lunedì 18 luglio 2016

Lugh

Lugh é una divinità Irlandese, descritta e raccontata in molte storie epiche e mitologiche, come un eroe nonché Grande Re dei tempi passati della terra di Eriu ( chiamata Eire in epoca moderna nonché Irlanda).
Gli vengono attribuiti diversi epiteti come "Lámhfhada" ossia Lungo Braccio o Lunga Mano, grazie alla sua maestria con la Lancia e la Fionda, Ildánach ovvero colui che é caèace in molte arti, Samhildánach che corrisponde a ugualmente capace in molte arti, e in altri due modi ossia Lonnbeimnech ( colui che colpisce per primo) e Macnia ( il giovane eroe).
È praticamente il riflesso della divinità panceltica del Dio Lugus o della sua controparte Gaelica di Lleu Llaw Gyffes, letteralmente " L'unico splendente dalla forte mano".
Figlio di un matrimonio dinastico fra il re del popolo dei Tuatha de Danann, Cian e della madre Ethniu ( figlia di Balor re dei Fomoriani). Una storia folkloristica scritta da Shane O'Dugan nel 1835 racconta della nascita del nipote di Balor, che crescerà in forza e capacità fino a uccidere lo stesso Balor. Ma successivamente nel tempo la storia del figlio di Mac Cinnfhaelaidh nonché di colui che uccise Balor, subì una variazione per per mano di Lagy Gregory; In questa versione si racconta proprio che Balor sentendo la profezia per bocca di un druido, imprigionò la propria figlia Ethniu presso TÛr MÛr ( grande torre) sull'isola di Tory, accudita da dodici donne il cui scopo era quello di impedirle di conoscere un uomo. In tutto questo Mac Cinnfhaelaidh (Cian) possedeva una mucca magica capace di produrre una tale quantità di latte utile per sfamare tutti, tanto é vero che re Balor la voleva per se. Mentre l'animale veniva custodito dal fratello di Cian, Balor si materializzò sotto forma di ragazzino con i capelli rossi e ingannando il fratello di Cian rubò la mucca con l'inganno. Cercando vendetta Cian si rivolse ad una fata chiamata Birug che lo teletrasportó alla Grande Torre, seducendo Ethniu da cui ebbe 3 figli.
Infuriato come non mai Balor ordino che questi bimbi venissero affogati in un mulinello d'acqua. Due di loro affogarono, mentre Lugh venne salvato dalla stessa Birog riportato quindi da suo padre, che a sua volta lo fece accudire e crescere dallo zio Gavida detto il Fabbro.
Una volta diventato adolescente Lugh viaggiò attraverso le terre di tara per unirsi alla corte del re Nuada dei Tuatha DÈ Danann. Il castellano non lo avrebbe fatto entrare finché egli non dimostrasse una dote o capacità unica che potesse essere di aiuto al re, si offrì come scrivano, fabbro, campione, spadaccino, arpista, eroe, poeta e storico, mago e alchimista ma ogni volta gli venne risposto che non poteva entrare perché c'era giá qualcuno con quelle capacità e doti; ma quando Lugh chiese se ci fosse qualcuno con tutte queste capacità insieme il ciambellano dovette ammettere la sua sconfitta, in
quanto dimostrò di essere in 3 prove, un Bardo, un Mago ed un Eroe in quanto emozionò tutta la corte reale con la sua arte Bardica, sconfisse in un combattimento leale Ogma che era il campione fra i Tuatha DÈ Danann, nonché combatté i Formoriani che minacciavano i loro territori.
In tutto questo Lugh possedeva diversi oggetti magici tra cui la sua Lancia, che si diceva essere imbattibile.
Dietro ad essa vi é una storia molto curiosa, che rende lo stesso Lugh una divinità dai mille volti e storie che vi riportiamo qui di seguito:
"Secondo la tradizione irlandese, egli é figlio di Arianrhod, la Dea Bianca, e di Gwyddyon, suo fratello. La madre irata per questa nascita non gradita getta tre geasa (divieti) sul bambino il quale non poteva:
- avere un nome finché non gli lo avesse dato lei stessa;
- impugnare le armi finché non fosse stata lei a dargliele;
- avere una donna umana;
Tre divieti atti a escludere la sua stessa esistenza.
Il padre Gwyddyon, si prende a cuore le sorti del figlio/nipote, quindi decide di aiutarlo; per fargli avere il nome si trasforma in un ciabattino e obbliga con l´inganno Arianrhod ad andare in spiaggia a provare delle scarpe, ma lí vi era anche il giovane Lugh ancora senza nome, il quale vedendo uno scricciolo appoggiarsi sull´albero della nave, scagliò una freccia che andò ad inserirsi tra osso e tendine.
La madre stupita da tanta bravura esclamò: Il Leone ( Lleu ) ha la mano ferma (Llaw Gyffes ), che rimarrà il suo nome. Per ovviare al secondo geis, di fondamentale importanza per un celta, Gwyddyon utilizzando le sue arti magiche fece credere ad Arianrhod che il suo castello fosse sotto assedio, e Lei presa dal panico chiamò a sé i presenti dandogli le armi per la difesa; si presentó a lei anche il giovane Lugh, cosí camuffato da non essere riconosciuto e ricevere anch´esso le armi e ricevette proprio una lancia ed uno scudo.
Per infrangere il terzo divieto non serviva un consenso della madre, quindi Gwyddyon con l´aiuto di un altro zio del ragazzo, Math, crearono mediante la magia una donna, la più bella che si fosse mai vista, nata da una serie di fiori, il suo nome é Blodeuwedd."
Come si può immaginare da queste poche righe, dietro la figura di Lugh si nascondono una miriade di miti e leggende di cui quella sopracitata é solamente una di molte.
Il nome di Lugh si pensa sia derivante dalla radice Proto-Indo-europea: Leuk, ossia "lampeggiante". Nella sua iconografia é spesso circondato da immagini solari, e infatti fin dall'era Vittoriana veniva considerato un dio del sole, simile ad Apollo( sia per la bellezza che per la poesia e musica), anche se storicamente si é sempre e solo identificata con Mercurio, associazione fatta da Giulio Cesare che vide in molte città e paesi del suo impero, statuette, templi, citazioni in libri.
Anche se ad essere onesti, in Lugh si possono trovare similitudini e attinenze con divinità di diversi pantheon come Odino e Belenos.
Inoltre, diverse località, a lui sacre, portarono il suo nome: si conoscono infatti diverse Lug-dunum ("fortezza di Lugh"), diversi Lugdunum erano nell'attuale Francia: l'attuale Lione, ma anche Loudun, Laon (Lugdunum Clavatum)e Saint-Bertrand-de-Comminges (Lugdunum Convenarum); inoltre vi era un Lugdunum Batavorum alle foci del Reno, probabilmente l'attuale Katwijk-Brittenburg (in epoca rinascimentale Lugdunum Batavorum venne impiegato per rendere in latino il nome della città olandese di Leida, in italiano Leida, poco distante).
Anche le due città di Lugo, in Italia e Spagna, traggono probabilmente nome da questa divinità, infatti entrambe sorgono in zone che furono popolate da Celti; nella zona cisalpina troviamo pure la città di Lugano, Luino, il paese di Luvinate. Si contano in tutta Europa almeno 27 città che prendono il nome da Lugh, come l'italiana Lucca.
Ovviamente questo é un breve riassunto di tutto un mondo celato dietro questa divinità Solare a cui appunto viene dedicata la festività pagana di Lughnasad ( 1 Agosto), la prima festività del raccolto, dove il sole caldo ha fatto si che il grano maturi e possa essere il primo frutto del raccolto (ricordiamo le altre due festività solari, ossia Mabon e Samhain) Invocazione a Lug per richiedere una guarigione e una protezione:

"Oh Fulgido Lug
Signore della Luce e Maestro dell' Arte di cui tutto sai,
Guerriero e Guaritore
Druido e Strega
a te mi rivolgo per benedire questo Cerchio, e richiedere il dono della Salute.
Infondi il tuo Calore e la tua Luce,
che il tuo braccio si tenda
posando la mano dove c´é il dolore
e infondere la tua Guarigione.
La tua Lancia che sia posta a nostra difesa
contro ogni male e avversità.
Ora che la Luce domina sull' Oscurità
vieni a noi e guidaci nel nostro percorso.
Signore del Sole io ti chiamo, io ti invito e ti invoco,
Proteggi questo Cerchio e donaci la tua ispirazione
sii sempre Tu benedetto! "


Moonbrook

lunedì 11 luglio 2016

Divinità del Raccolto

Quando giunge il momento di pianificare una nuova celebrazione Sabbatica, mi domando spesso: a chi posso rendere onore questa volta? La Dea e il Dio, nei loro molteplici archetipi e simbologie, presentano sfumature a volte impalpabili nelle diverse regioni e tradizioni in cui vengono onorati e celebrati; in quanto Sacerdotessa e Strega mi piace pensare che sia mio compito fare in modo che ogni loro aspetto venga messo in luce ed ogni loro dono venga debitamente ringraziato.
Ecco a voi, quindi, una breve lista descrittiva delle meno note divinità naturali celebrate in tutto il mondo, con tanto di tradizione di appartenenza ed attributi.
AJA: dalla Tradizione Africana, é patrono delle foreste, del regno animale e delle erboriste.
DHAT-BADAN: dalla Tradizione Etiope, é la Dea protettrice delle oasi.
XOCHIPILLI e XOCHIQUETZAL: derivano dalla Tradizione Azteca; il primo é Dio e sovrano delle
arti, della bellezza, della danza e del regno floreale, patrono del grano e del mais; la seconda é Dea della fertilità, della bellezza, del potere sessuale femminile. Protettrice delle madri, sovrana delle gravidanze e delle nascite, simbolo del regno naturale e floreale.
MEDEINA: Dea Lituana delle foreste, degli alberi e del regno animale
ABNOBA: Dea Gallica delle foreste e dei fiumi
SUCELLUS: Dio celtico dell´agricoltura, delle foreste e dell´idromele.
ARDUINNA: patrona delle Ardenne, é nota come la Cacciatrice
ARTIO: Dio-orso Gallico, simbolo del regno selvatico
NANTOSUELTA: Dea Celtica associata alla Natura, alla terra, al fuoco ed alla fertilità.
DRUANTIA: Dea Celtica degli alberi
ASH: Dio egizio delle oasi e protettore delle vigne
CHURNMILK PEG: nota più come Fata che Dea, dalla tradizione britannica, é protettrice dei noccioli.
SELVANS: Dio Etrusco delle foreste
LEMPO: Dio Finnico del regno selvatico e dell´arceria
MIELIKKI: Dea Finnica delle foreste e della caccia
ANTHEIA: Dea Greca dei fiori
CHLORIS: Dea Greca della primavera e dei boccioli
ANTHOUSAI: Dea Greca dei fiori
CHARITI: divinitá femminili patrone della bellezza, del carisma, della natura e della creatività umana.
HAMADRYADE: Dea delle querce
HEGEMONE: Dea Greca delle piante, é la responsabile delle fioriture.
HORAE: Dea Greca che controlla il ciclo stagionale
MELIAE: Dea Greca del miele
PHYSIS: la più antica Dea della Natura Greca
RHEA: Dea della fertilità, della maternità e delle montagne.
ARANYANI: Dea Indù delle foreste e degli animali
PACHAMAMA: Dea Inca della fertilità, nota come la Grande Madre, presiede sul raccolto e i terremoti.
KONOHANASAKUYA-HIME: Dea Giapponese dei boccioli e della grazia
PAPA: Dio Maori della terra
RUAUMOKO: Dio Maori dei vulcani e delle stagioni
YUM CAAX: Dio Maya dell´agricoltura, delle piante selvatiche e degli animali
DAMU: Dio Sumero della vegetazione e della rinascita
EMESH: Dio Sumero della vegetazione
KISHAR: Dea Sumera della Terra
NINHURSAG: Dea madre Sumera della terra e della fertilità
ASINTMAH: Dea Nativo Americana della natura, secondo la tradizione la prima a posare piede sulla terra.
MAPUCHE: spirito nativo-americano della natura
JORDH: Dio Scandinavo della terra
ITHUNN: Dea Scandinava della primavera, protettrice delle mele.
FAUNO: Dio cornuto Romano delle foreste e dei campi
FERONIA: Dea Romana della fertilità, salute ed abbondanza
FLORA: Dea Romana dei fiori e della primavera
FUFLUNS: Dio Romano della felicità e salute, controlla la crescita dei germogli
NEMESTRINUS: Dio delle foreste e del legno
OPS: Dea Romana della fertilità
POMONA: Dea Romana degli alberi da frutto e dei giardini.
BERSTUK: Dio Slavo della terra e delle foreste
JARILO: Dio Slavo della fertilità, della vegetazione, della primavera e del raccolto
ZEMA: Dea Slava della natura
GRAND BOIS: Spirito Vodoo associato agli alberi, alle piante e alle erbe
LOCO: Spirito Vodoo patrono dei guaritori naturali, delle erboriste e degli alberi

Bigliografia:
Dictionary of God and Goddesses - Michael Jordan
Gods and Goddesses - Elizabeth Hallam
Dictionary of Ancient Deities - Patricia Turnen


Lily VioletSnake

lunedì 4 luglio 2016

La rubrica del mese: l'erbario magico

Caprifoglio

Il caprifoglio è una pianta rampicante che può crescere fino a 10 metri di altezza; le foglie sono verde smeraldo intenso, ma la sua parte caratteristica è il fiore che esprime la sua bellezza nei vari toni del bianco, giallo o rosa.
Il fiore, soprattutto verso il tramonto e la sera, emana un profumo inebriante, tuttavia non invadente e delicato, e
produce un nettare dolce che attira farfalle e api. Il caprifoglio è forse meno conosciuto di un altro grande protagonista di questa stagione, il gelsomino  (vedi oltre), tuttavia è veramente molto amato: oltre alla bellezza estetica ed al piacere della vista, trasmette anche una sensazione serenità, dolcezza, gioia di vivere e di fare e una sensualità non appariscente, discreta.
È usato fin dai tempi antichi all'interno delle case per portare benessere e prosperità economica, sia posto come decorazione (fa anche il suo bell'effetto scenico! ) sia bruciato come incenso. Collegato a Giove, ne esprime le caratteristiche di generosità e crescita.

Appeso sopra la porta, si dice che tenga lontane le cattive influenze e ad attirare quelle benefiche.

Infine, il caprifoglio è utile anche in meditazione: il suo profumo dolce e delicato aiuta a calmare e chiarire i pensieri rilassare la mente.
A prescindere dall'uso che ne vogliate fare, non perdetevelo!


Gelsomino
Il gelsomino è una pianta arbustiva che fiorisce in questo periodo; il suo profumo si espande in lungo e in largo,
senza sforzo, quasi con prepotenza durante le notti estive, e crea un'atmosfera incantata, dolce e sensuale, riportandoci in contatto con i nostri sensi; calma la mente e la distrae dalle sue preoccupazioni, riportandola al qui ed ora, semplicemente a quello che viene percepito dai nostri sensi.

Il gelsomino è  un fiore principalmente legato all'aspetto femminile e lunare, quindi a divinità come Selene, Afrodite o Venere.
Infatti, è uno degli ingredienti principali negli incantesimi d'amore, come anche negli incantesimi che riguardano la gioia di vivere, la felicità e la sensualità.
Tra le sue caratteristiche ha anche quella di attirare, quindi può essere usata in tutte quelle situazioni in cui vogliamo portare qualcosa nella nostra vita, con le caratteristiche proprie del gelsomino.
Può essere usato come incenso, ma ancora meglio come olio essenziale o estraendone l'aroma in un olio base, come per esempio jojoba o girasole; lo useremo poi per ungere candele, testimoni o anche noi stessi.
Leggenda vuole che spesso le petizioni alla Dea per il benessere e la prosperità venissero messe in atto durante la notte di luna piena, di fronte una pianta di gelsomino, lasciando poi una moneta vicino alle sue radici, con l'intento che la moneta si moltiplicasse come crescevano i fiori del gelsomino, con la speranza di sentire il profumo della gioia e del successo altrettanto facilmente come quello dei fiori di gelsomino.

 


Iperico

L'Iperico è una pianta perenne sempreverde, con fusto eretto, che per tutta l'estate si ricopre di fiori giallo oro, con cinque petali; tenendone le foglie in controluce, possiamo vedere tanti piccoli buchini (da cui il suo nome - perforatum): la caratteristica dell'iperico, infatti, per cui è molto facile individuarlo in caso di dubbio, è che all'interno delle foglie e dei fiori ha delle piccole vescicole di olio:  sfregandole fra le mani le potremmo trovare tinte di rosso o arancione carico.
L'iperico, anche detto caccia diavoli, erba delle streghe, o erba di san Giovanni, ha una lunghissima tradizione in campo magico: appeso fuori dalla porta, veniva usato per proteggere la casa dai fulmini e ovviamente da tutte le presenze negative (ironia, anche dalle streghe).
Noi lo usiamo come simbolo del sole e della sua forza in questo periodo, in cui raggiunge il suo apice (è infatti molto usato nelle celebrazioni di Litha). Tradizionalmente, qui in Italia viene raccolto nel magico giorno di San
Giovanni, all'alba.

Questa pianta agisce portando tutte le caratteristiche del sole nella nostra vita:si può usare per il successo, per migliorare il tono dell'umore, per la gioia di vivere, per la protezione e come simbolo dell'energia maschile e solare.
Dal punto di vista medico ha interessanti utilizzi, quindi possiamo usarla sicuramente anche in incanti rivolti alla guarigione.
Consiglio: l'olio rosso estratto dai suoi fiori è un ottimo lenitivo della pelle (davvero, fa miracoli).


Per approfondire:



Campanini, Enrica: Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, ed. Tecniche Nuove 2012

Cunningham, Scott: Enciclopedia delle piante magiche, ed. Mursia 

Dugan, Ellen: Garden Witchery: Magick from the Ground Up, ed. Llewellyn Publications 

Rosella: Le erbe delle streghe nel Medioevo, ed. Penne & Papiri 

Scott, Devon: I giardini incantati. Le piante e la magia lunare, ed. Venexia