FUNZIONAMENTO, PROBLEMATICHE, TECNICHE DI RIEQUILIBRIO
I chakra possono crescere e espandersi e indebolirsi in forza e capacità vibratoria; possono persino bloccarsi e diventare stagnanti come delle pozze che non hanno abbastanza ricircolo.
Ognuno dei sette chakra maggiori si riferisce a differenti aspetti del corpo, della mente e dell'anima, benché tutti e sette siano interconnessi e interdipendenti.
Probabilmente il chakra che più comunemente si trova in uno stato di debolezza è il primo.
Chiamato anche chakra della radice (il suo nome in sanscrito è Muladhara, letteralmente, appunto, “radice”), esso è posto alla base della colonna vertebrale; è associato alla quantità di energia fisica e alla volontà di vivere nella realtà materiale. L'elemento associato al primo chakra è quindi la terra.
Il coccige agisce con una pompa di energia alla base del sistema dei chakra e contribuisce a radunare il flusso energetico e a spingerlo su per la colonna vertebrale; questo meccanismo, associato ad una sana volontà di vivere, fa in modo che l'individuo abbia una presenza vigorosa e vitale: è come se gli dicesse “io sono qui ora”.
Per crescere alta e robusta, una pianta ha bisogno di avere delle radici solide e profonde: proprio come le radici si allungano verso il basso, così l'esperienza del nostro primo chakra ci porta a muovere l'energia e l'attenzione verso il basso, all'interno del nostro corpo, scendendo lungo le gambe e i piedi e, anche simbolicamente, nel nostro passato.
Il lavoro con questo chakra merita speciale attenzione: infatti, se la pompa di base è debole il lavoro fatto sugli altri chakra non sarà incisivo e rischierà di venire addirittura vanificato (pensiamo ad una casa: non ha senso preoccuparsi del colore dell’intonaco se le fondamenta minacciano di cedere da un momento all’altro).
Il lavoro con questo chakra merita speciale attenzione: infatti, se la pompa di base è debole il lavoro fatto sugli altri chakra non sarà incisivo e rischierà di venire addirittura vanificato (pensiamo ad una casa: non ha senso preoccuparsi del colore dell’intonaco se le fondamenta minacciano di cedere da un momento all’altro).
Lo sviluppo del primo chakra avviene del corso di tutta l’esistenza di una persona, ma in particolar modo durante i primi mesi di vita; le circostanze che si verificano durante la gestazione, ad esempio, possono tutte avere un'influenza sul primo chakra: una gravidanza difficile, un parto traumatico, la separazione dalla madre subito dopo la nascita. Durante questa fase della vita la consapevolezza del neonato è incentrata soprattutto sul suo istinto di sopravvivenza e sulla soddisfazione dei suoi bisogni primari, protagonista dei quali è la madre; il bambino impara che un corpo ben nutrito amato e curato è un ambiente piacevole in cui vivere e lo stesso vale per il mondo circostante; impara che l'espressione delle sue necessità dà seguito alla manifestazione e alla concretizzazione di ciò che gli serve.
I traumi e l'abbandono, le violenze fisiche, le difficoltà, la fame danneggiano il primo chakra: allora il bambino impara a non fidarsi, a trascurare le necessità del suo corpo e ad ignorarle o a sublimarle. Il bambino quindi sposta l'energia verso l'alto, lontano dalle radici.
I blocchi nel primo chakra possono manifestarsi come eccesso o come carenza. Ricordo che un chakra si chiude completamente soltanto quando si muore, in tutti gli altri casi parliamo di blocco.
Quando il centro coccigeo è ostruito o bloccato gran parte della vitalità fisica è paralizzata e la persona non produce una forte impressione nel mondo concreto: è come se non ci fosse, se fosse
poco incisiva, poco vitale, quasi trasparente. Eviterà l'attività fisica, avrà scarse energie e talvolta una salute cagionevole. Il senso di benessere è altamente dipendente da circostanze esterne: finché ogni cosa si sussegue in modo fluido e secondo il suo gusto e le sue aspettative, la persona si sente a posto, serena, sente di avere tutto sotto controllo; ma quando le circostanze mutano e si fanno incerte o semplicemente accadono avvenimenti che la contrariano, improvvisamente la persona si sente insicura e infelice; inoltre, avverte una generale mancanza di fiducia nell'interagire con qualsiasi cosa si trovi al di fuori della propria comfort zone. Su un piano fisico, i sintomi che si possono riscontrare in modo frequente o ricorrente sono: problemi alimentari, affaticamento delle ghiandole surrenali, problemi e ferite ai piedi e alle gambe, disfunzioni al colon, disturbi delle ossa e ai denti.
Dato che la solidità del primo chakra crea dei confini stabili, un chakra carente, invece, ne ha di labili: ciò può esprimersi come difficoltà nel dire di no, nella mancanza di autodisciplina,
nell’incapacità di lavorare con la giusta determinazione per raggiungere un obiettivo. La materia nel primo chakra, nella sua forma più solida ha dimensioni, confini, spigoli: per manifestare
quindi i nostri desideri dobbiamo essere estremamente specifici; una sua carenza, di conseguenza, si manifesta con l’avere sempre la testa fra le nuvole, con l’essere vaghi, distratti, con la tendenza a sbattere contro gli oggetti, a romperli, ad essere goffi e disattenti nella vita quotidiana.
Infine il nostro senso di prosperità e benessere è legato al nostro diritto di avere, al nostro senso innato del valore e al nostro diritto di essere qui: tutto ciò si traduce nella capacità di impegnarci
concretamente nel mondo terreno in modo stabile ed efficace. Una sua mancanza può lasciarci in una situazione economicamente sempre problematica, dandoci una sensazione di essere ai limiti della sopravvivenza.
Gli eccessi, al contrario, si manifestano in una tendenza ad aggrapparsi alla sicurezza: l'accumulo di possedimenti, la paura di cambiare, la necessità di ancorarsi a terra, compreso anche un peso
fisico eccessivo, sono tutti esempi in questo senso. Il lavoro nel primo chakra è un compito complesso, richiede molto tempo per sentirsi stabili, per mettere in ordine i propri affari, per
mantenere il corpo in buona salute. Possiamo aiutarci con alcuni accorgimenti: per esempio, risponde bene a tutti gli esercizi fisici.
ESERCIZI
L'importante è connettere il proprio corpo alla terra in qualche modo fisico: camminare a piedi nudi in un prato, star seduti appoggiando la propria schiena al tronco di un albero, passare del tempo nella natura a osservare tutti i modi in cui siamo supportati e sostenuti, nutriti.
Il primo esercizio che si può fare è senza dubbio il radicamento, alla base anche delle nostre pratiche magiche.
Secondo accorgimento molto utile è quello di sedersi tranquillamente in meditazione e pronunciare (o cantare) il nome del chakra,immaginando anche di inspirare ed espirare il suo colore, un rosso
vivo e brillante.
Un altro esercizio, semplice ma efficace (e anche divertente, una volta imparato) è quello di diffondere una vibrazione nella parte bassa del corpo: piegando le ginocchia leggermente e tenendo il bacino in retroversione (per evitare di farsi male alla schiena), si alzano e si abbassano alternativamente in rapida successione i talloni; questo movimento, ripetuto a velocità crescente, provocherà una vibrazione che si spanderà pian piano in tutto il corpo e andrà a stimolare, in
misura maggiore, proprio il primo chakra.
Sedersi a terra, a gambe incrociate, afferrare le proprie ginocchia con le mani e ruotare lentamente i fianchi e la vita in senso orario; mantenere il movimento lento e costante, respirando naturalmente, ma senza cercare di sincronizzare il respiro con il movimento; continuare questo esercizio per 20 o 30 secondi, poi invertire la direzione per altri 20 o 30 secondi; ripetere due o tre volte.
Vestirsi del colore corrispondente, in questo caso il rosso, soprattutto nella parte inferiore del corpo (se andare in giro con dei pantaloni rossi vi crea disagio, ricordatevi che la biancheria intima va bene ugualmente).
Praticare Reiki (per chi ha almeno il primo livello) su se stessi, concentrandolo sulla zona intorno al chakra: è un sistema che garantisce risultati in tempi piuttosto brevi (si parla di un paio di mesi)
ma va praticato con estrema costanza e dedizione, parecchio tempo ogni giorno (minimo un’ora).
Per chi è pratico di cristalloterapia saranno utili sia le pietre rivitalizzanti, come il granato, sia quelle che fanno da messa a terra, come l’ossidiana ed il legno fossile.
Lavorare con le affermazioni, da ripetere concentrandosi su ciò che si dice, almeno due volte al giorno: giusto a titolo d’esempio “io ho il diritto di essere qui”, “io ho il diritto di essere nutrito”, “io sonoradicato e stabile”.
Nella pratica magica, il primo chakra viene sollecitato durante la chiamata della Terra, sintonizzando le sue energie con quelle dell’elemento: esercitarsi con questo Quarto è un altro mezzo a nostra disposizione per migliorare la salute del chakra Muladhara.
Bibliografia e letture consigliate
Brennan, Barbara Ann: Mani di Luce, Corbaccio 2002
Brofman, Martin: Guarire con il sistema corpo specchio, Tea 1998
Judith, Anodea: Chakras, ruote di vita, Armenia 2000
Sarò per sempre in debito con il grande dottor Adeleke per aver sistemato il mio matrimonio rotto dopo che mio marito mi ha lasciato per la sua amante per 7 mesi .. la sua email è aoba5019@gmail.com o WhatsApp su +27740386124. Non ho mai creduto agli incantesimi fino a quando il mio amico non me lo ha presentato. All'inizio ero scettico su di lui perché ho sentito molto parlare di falsi lanciatori di incantesimi, ma ho messo i miei dubbi dietro di me perché volevo disperatamente riavere mio marito e ho fatto secondo quello che mi aveva detto di fare. Ora mio marito è tornato solo 48 ore dopo averlo contattato. Vivo di nuovo felicemente con mio marito dopo 6 mesi di divorzio e non mi riposerò finché non sarà conosciuto in tutto il mondo. È anche specializzato in incantesimi con denaro, lotterie, incantesimi di malattia E.T.C. Connettiti con il dottor Adeleke ora, la sua email è aoba5019@gmail.com o WhatsApp su +27740386124 ... È potente
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