lunedì 30 novembre 2015

Magia verde invernale


L'inverno è alle porte; i caldi colori dell'autunno cedono il passo al gelo e alla neve, la terra sembra dormire. In questo periodo di riposo vegetativo, ci sono tuttavia delle piante che restano verdi e vitali e possono aiutarci a portare il sole nelle nostre case.


AGRIFOGLIO
Forse il simbolo per eccellenza del solstizio d’inverno e del periodo delle festività invernali; praticamente onnipresente nelle celebrazioni di Yule, nel classico ceppo e sugli altari; il verde delle foglie ed il rosso delle bacche richiamano la forza vitale, di cui è simbolo.
L'agrifoglio possiede sia la “versione” femminile (che produce molte bacche rosse) che quella maschile (bacche in quantità minore e piccoli fiori verdi).
Se piantato come bordura o cespuglio nel proprio giardino, porta fortuna alla casa ed ai suoi abitanti; infatti, si crede che protegga dai fulmini, dalla sfortuna, dagli spiriti con un brutto carattere e da tutte le persone negative (meglio di così!).
Molto utile negli incantesimi volti alla difesa personale, soprattutto in periodi faticosi e pesanti, o quando abbiamo la sensazione che qualcuno ci rivolga pensieri non proprio amorevoli: sconsigliabile usarlo nei sacchetti per semplici ragioni di praticità, dà molta più soddisfazione se appeso all’ingresso di casa, dove la sua sola vista ci ricorderà che siamo protetti.
Pianta associata al fuoco e a marte.



 ARANCIA
Associata al Sole sia nell’immaginario collettivo che in magia, viene impiegata spesso nelle decorazioni di Yule: ci ricorda della presenza della luce e della sua futura rinascita, anche nel mezzo dell’inverno.  Come il Sole, l’arancia alleggerisce e rinvigorisce l’animo, allontana i brutti pensieri ricorrenti e aiuta chi si sente confuso a ritrovare la strada.
E’ molto versatile e si può impiegare in diversi modi: l’olio essenziale o la buccia  (fresca o essiccata) rientrano nella preparazione di sacchettini, pot pourri, talismani e incensi volti alla guarigione, al benessere, al denaro (è associata anche all’oro, per via del suo colore).
Consigli per l’uso: è preferibile non bruciare la buccia sul classico carboncino perché l’aroma ne verrebbe alterato; meglio un brucia essenze, o una pentola d’acqua bollente in cui si possono aggiungere, oltre all’arancia, cannella e chiodi di garofano (mix utilissimo anche come bagno rigenerante, magari in preparazione ad un rituale di successo economico).
Il frutto, svuotato della polpa e con una piccola aggiunta di olio, diventa una deliziosa candela (godibile anche solo come decorazione, utilizzabile per sostituire le classiche candele negli incantesimi o come offerta).


CANNELLA
Una tra le spezie più antiche e più versatili: il suo aroma si accorda tanto a piatti dolci quanto a preparazioni salate. Allo stesso modo è molto flessibile anche in campo magico ed è utile in numerosi casi.
Associata al sole, si può usare in incensi e sacchetti volti ad incoraggiare la guarigione ed il buonumore, per alzare l’energia personale e per attirare il successo (interessante mischiata con arancia, chiodi di garofano e zenzero).
Funziona bene sia in polvere, sia in stecche che in olio essenziale (attenzione: fortemente irritante per la pelle e le mucose, non usarlo mai puro ma diluito all’1-2% in un olio base - ad esempio di girasole, se vogliamo potenziare l’associazione solare).
Per via del suo temperamento caldo e speziato, a metà strada tra la dolcezza e la piccantezza, rientra in molti incantesimi d’amore, tanto per attirare una nuova relazione quanto per “scaldarne” una esistente (in questo caso combina bene con gelsomino, ylang-ylang o rosa e una punta di peperoncino).
Infine, risulta utile anche nella protezione e difesa personale (anche in questo caso insieme ai chiodi di garofano, per esempio).



PINO
Albero sempreverde della grande famiglia delle conifere, associato con Yule. Largamente usato nella stagione invernale, il suo profumo è molto utile nella meditazione e nel radicamento (mischiato con o.e. di abete e cedro, per avere l’impressione di trovarsi in montagna).
Nel linguaggio dei fiori, il pino simboleggia l'amicizia,la lealtà, la perseveranza e una lunga vita.
Gli usi magici della pianta variano a seconda della parte usata: la resina, che ha un’ottima azione balsamica sulle vie aeree congestionate, è usata, in incenso,  per la purificazione degli ambienti e delle persone e per favorire la guarigione.
Le pigne sono un simbolo di prosperità e sono utilizzate sia come decorazione per l’altare, sia in incantesimi per favorire l’incremento economico.
Portare dei rami freschi di pino in casa, nel periodo del solstizio, porta salute e buona fortuna per tutto l'anno; si dice anche che serva per attirare le fate all’interno della casa, in modo da farle partecipare alle festività della famiglia.
Gli aghi, infine, sono utili tanto nella protezione della casa e delle persone, quanto nei rituali legati al denaro.



TASSO (attenzione, mortale: non ingerire!)
Albero sempreverde, a crescita molto lenta, che può raggiungere i 20 metri in altezza. Le foglie, strette e molto simili ad aghi, sono verde scuro, mentre le bacche sono rosso brillante e contengono un seme nerastro, tossico se ingerito (mortale, in quantità più che minime).
I suoi colori brillanti, così vividi pur nel gelo dell’inverno, sono simbolo dell’energia vitale che non si esaurisce mai: da qui deriva la sua associazione con Yule.
Albero sacro ai Druidi, era, ed è tuttora, associato anche con la morte, la rinascita e l’immortalità (si dice segnasse l’entrata nell’aldilà; l’albero della vita della tradizione norrena, Yggdrasil, era, in alcune fonti, un tasso); queste caratteristiche sono facilmente comprensibili: il legno era usato per fabbricare archi lunghi e frecce, le sue bacche sono velenose, ma la pianta ha una lunga vita e può arrivare fino al millennio d’età.
E’ governato dal pianeta Saturno e la sua corrispondenza elementale è l’acqua.
Per tutti questi motivi, è usato nel lavoro sugli antenati ed nei viaggi astrali; inoltre, viene considerato protettivo se piantato nel giardino o intorno ai luoghi di sepoltura. La corteccia, ad oggi, è usata per fabbricare bacchette e rune. 

VISCHIO (attenzione, tossico: non ingerire!)
il vischio è comunemente considerata una pianta parassita, sebbene possa crescere anche da sola; più spesso, tuttavia, si trova sui rami o i tronchi di altri alberi, soprattutto quelli con una legno morbido: sopravvive facendo penetrare le proprie radici nella corteccia dell'ospite e prendendone la linfa. Ha lunghe foglie verdi, fiori gialli e bacche bianco-dorate, traslucide, il cui succo risulta colloso (da cui l’espressione rimanere invischiati). In inverno, il contrasto con la nuda corteccia dell’albero ospite fa risaltare il colore dorato del vischio: per questo uno dei suoi nomi popolari è ramo d’oro. Siccome non ha radici, ma sembra quasi che compaia dal nulla, è considerata una pianta che si trova a metà tra i due regni, cielo e terra.
Secondo la tradizione druidica, la pianta doveva essere raccolta a mezz'estate, con un falcetto d'oro e non bisognava permettere che toccasse mai il terreno. Era considerato particolarmente sacro il vischio trovato sulle querce, a motivo della sua rarità.
Secondo alcune tradizioni, l’usanza di baciarsi sotto il vischio sembra derivare da antichi riti sulla fertilità o, alternativamente, dalla sua associazione con l’eternità (l’albero ospite, infatti, muore durante l’inverno, ma la sua forza vitale resta, racchiusa nel vischio) e la magia (era ritenuto nato dal fulmine e sceso quindi dal cielo). Nel linguaggio dei fiori, il vischio significa “ti offro tanti baci quante sono le stelle nel cielo”.
In magia, è usato per la protezione, la guarigione e la fortuna, ma è anche connesso con il lavoro sui sogni.
Nella tradizione norrena è tuttavia legato ad un evento doloroso. Baldr, il figlio della dea Frigg, era il più amato di tutti gli dei Asi; sua madre, nel tentativo di scongiurare la sua morte, preannunciata come imminente, radunò tutto il mondo animale e vegetale, facendosi giurare da tutti gli  esseri viventi  che mai avrebbero nuociuto al figlio; tralasciò soltanto il vischio, considerandolo troppo tenero ed innocuo.
L’immancabile Loki, accortosi di questa mancanza, ne approfittò immediatamente: convinse Hoder, un dio cieco (sempre meglio far fare il lavoro sporco ad altri!) a provare l’immortalità di Baldr usando il vischio come arma; la pianta, conficcatasi nel cuore, lo uccise. Leggenda vuole che le lacrime di Frigg siano da allora sempre visibili, sotto forma di piccole bacche bianco-dorate.



Per approfondire:
Cunningham, Scott: Enciclopedia delle piante magiche, ed. Mursia
Dugan, Ellen: Garden Witchery: Magick from the Ground Up, ed. Llewellyn Publications
Moura, Ann: Stregoneria verde. Magia popolare, tradizioni fatate e l'arte delle erbe, ed. Elfi Omicciolo Valentini, Rosella: Le erbe delle streghe nel Medioevo, ed. Penne & Papiri
Scott, Devon: I giardini incantati. Le piante e la magia lunare, ed. Venexia


1 commento:

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