C'è
molto da dire sulla correlazione tra il periodo del Solstizio
d'Inverno e gli alberi. Può sembrare strano visto che l'inverno è
il periodo di minor sfoggio della vegetazione, ma chi è un minimo
familiare con il pensiero pagano non se ne potrà sorprendere: è
normale esaltare qualcosa proprio nel momento in cui quella cosa
“manca”. Il Solstizio invernale celebra il sole proprio in un
momento in cui il sole “manca” (non manca mai davvero,
ovviamente, altrimenti la Terra andrebbe alla deriva nello spazio e
noi saremmo tutti morti nel giro di un “amen”, o di un “blessed
be”), ma si celebra qualcosa di cui si sente la mancanza proprio
perché se ne vuole favorire il ritorno. Vi sembra un paradosso?
Benvenuti nella mentalità pagana, che nel caso delle feste
spontanee, universali, trans-culturali come il Solstizio, equivale a
dire “benvenuti nella mentalità umana”.
Il
Solstizio è una festa di luce, di fuoco, di sole... e di speranze
per il ritorno dell'estate e della vegetazione.
Se si pensa al rapporto
fra il Natale e gli alberi, la prima cosa che viene in mente, quella
più manifesta, è l'albero di Natale. Ogni anno lo portiamo nelle
nostre case e lo addobbiamo di colori e luci, con gioia, con
aspettativa della grande festa, e chi come me ha dei gatti, anche con
una certa dose di testardaggine, per amore delle tradizioni.
Qualcuno appende anche
decorazioni in giro per la casa. Tradizionalmente, si appendevano
rametti di sempreverde, come il vischio e l'agrifoglio.
Infine, un'ultima cosa va
riportata circa le usanze di Natale legate agli alberi: la tradizione
di bruciare un grosso ceppo nel camino, una tradizione che deriva
forse dai fuochi rituali dei solstizi.
Ora analizzeremo questi
simboli del Solstizio, uno alla volta.
Le decorazioni vegetali
Le tradizioni natalizie, specialmente quelle che riguardano la
vegetazione, sono innumerevoli e presentano dettagli diversi da
regione a regione, ma in questo articolo mi limiterò a citare il famoso albero di natale, il ceppo, e quelle che chiamerò
genericamente “decorazioni vegetali”, i rametti di sempreverde
che dagli albori della nostra Storia si usano per addobbare le case
in occasione del solstizio d'inverno.
Ai tempi dei romani, durante le festività dei Saturnalia si
addobbavano le case con rami di abete, per simboleggiare la fertilità
di un albero che resta verde in inverno, e ghirlande di alloro. La
ghirlanda è una decorazione natalizia che usiamo ancora oggi, e per
qualcuno simboleggia la ruota dell'anno.
In Inghilterra (e non più solo lì) è d'uso adornare le case di
agrifoglio alla vigilia di Natale, mentre in Italia si usava mettere
nelle stalle il ginepro: entrambe queste piante si diceva
scacciassero le streghe, ma ovviamente si parla di una superstizione
risalente a quando “strega” era sinonimo di “agente di forze
maligne”. Le decorazioni di vischio invece avevano un “compito”
più gioioso: le fanciulle che desideravano trovare marito entro
l'anno, per buon augurio dovevano lasciarsi baciare sotto un rametto
di vischio, perché il vischio è associato alla fertilità e
all'amore.
L'albero di Natale
Molto è stato scritto
sull'albero di Natale, sulle sue origini e sul suo significato.
L'albero di Natale si ricollega ai culti precristiani della
vegetazione e del fuoco, ma la tradizione è ri-attestata in Europa
in epoca piuttosto recente. Riporta D'Apremont nel suo “La vera
storia di Babbo Natale”:
«Secondo
la leggenda, nell’VIII secolo l’«albericida» Bonifacio avrebbe
fatto abbattere un albero sacro a Geismar, in Germania, durante la
vigilia di Natale, e l’avrebbe consacrato al Cristo dando vita al
primo «albero di Natale». Esisterebbero tracce di pratiche
antichissime dell’albero di Natale, in particolare in Islanda. (…)
L’albero di Natale occupa un posto
evidente, naturale, a Natale. È il simbolo di ciò che più manca in
questo periodo di indigenza: il verde e la luce. Al punto che ci si
può domandare, se l'invenzione è recente, perché nessuno ci abbia
pensato prima. Apparentemente, non c’è traccia di quest’usanza
prima degli anni ‘20 del XVI secolo, nei paesi renani (Germania) e
in Alsazia.

Forse il personaggio sul cavallo è a volte interpretato come Babbo
Natale perché è vestito dei colori “tipici” del Natale, rosso,
bianco e verde.
L'albero qui ritratto non è un sempreverde, ma probabilmente una quercia; infatti non solo l'abete ha ricoperto, nel tempo, il ruolo di “albero del fuoco” o di “albero del mondo”. È proprio questo che, secondo l'interpretazione di diversi studiosi, l'albero di Natale simboleggia: è Yggdrasil, l'albero della vita ma anche albero del fuoco.
L'albero qui ritratto non è un sempreverde, ma probabilmente una quercia; infatti non solo l'abete ha ricoperto, nel tempo, il ruolo di “albero del fuoco” o di “albero del mondo”. È proprio questo che, secondo l'interpretazione di diversi studiosi, l'albero di Natale simboleggia: è Yggdrasil, l'albero della vita ma anche albero del fuoco.
L'albero di Natale odierno è fortemente legato a una simbologia di
luce, e la luce è il sole che ritorna ma è anche il fuoco che ci
permette di sopravvivere durante la stagione fredda, così che la
vita possa perseverare... e quale simbolo della sopravvivenza è più
incisivo di un albero sempreverde, un albero che non si piega alla
“piccola morte” dell'inverno e che quindi è “immortale”?
Non
è difficile vedere come sebbene la tradizione dell'albero di Natale
sia relativamente recente, la sua origine sia da ricercarsi nel
nostro passato più lontano. Giustamente Lévi-Strauss scriveva «se
nei tempi preistorici non vi fosse mai stato un culto degli alberi
che si è poi perpetuato in diverse usanze folkloristiche, l'Europa
moderna non avrebbe “inventato” l'albero di Natale.»
Il
Ceppo
Scriveva
il De Gubernatis a fine '800:
«La
festa di Ceppo è quindi chiamata in Toscana la festa del Natale. Il
Fanfani, nel suo piccolo Vocabolario dell'Uso Toscano,
scrive che nella Val di Chiana, la sera della vigilia di Natale,
tutte le famiglie si riuniscono tra loro, e, tra l'altre cose
d'allegria che sogliono fare, mettono nel fuoco, intorno al quale si
riunisce la famiglia prima della cena, un grosso ceppo di legno a
bruciare; si bendano i bambini della casa, e, così bendati, si fanno
battere colle molle sul ceppo, e nel battere si fa loro recitare una
canzoncina detta l'Ave Maria del Ceppo; la quale canzoncina ha la
virtù di far piovere sul ragazzo ogni maniera di dolci, o altro,
secondo la facoltà degli astanti. Il ceppo di Natale, messo come
simbolo d'augurio di fecondità alla casa ed al campo, con solenni
dimostrazioni di gioia, ad ardere sul focolare, è usanza tuttora
viva in ogni provincia italiana ed in molte parti della Francia,
specialmente in Provenza, ove si va solennemente a levare il ceppo o
tréfoir per
collocarlo sul focolare della cucina o della stanza del padrone di
casa.
Nel portare il ceppo si cantava: «Si
rallegri il ceppo, domani è il giorno del pane (il panettone
milanese, simbolico dell'abbondanza di pane che si spera di avere per
tutto l'anno, come l'enorme ceppo è simbolico della vegetazione,
della vita che si spera di far durare tutto l'anno, da un Natale
all'altro); ogni grazia di Dio entri in questa casa; le donne
facciano figliuoli, le capre capretti, le pecore agnelletti, abbondi
il grano e la farina, e si riempia la conca del vino.» Si fa quindi
venire il più piccolo bambino della casa, il quale deve accostarsi
al ceppo, spandervi come una benedizione un bicchier di vino,
dicendo, s'egli è da tanto: in
nomine Patris,
ecc.; s'ei non può c'è sempre chi deve dirlo per lui, affinché la
benedizione abbia il suo effetto. Mettesi quindi il ceppo al fuoco; e
per tutto l'anno si conserva una parte del carbone de ceppo, per
farlo quindi entrare nella composizione di parecchi rimedi
superstiziosi. Posseggo un libercoletto abbastanza raro, intitolato:
Curioso discorso
intorno alla Cerimonia del Ginepro, aggiuntavi la dichiarazione del
metter Ceppo e della Mancia solita a darsi nel tempo del Natale,
stampato a Bologna nell'anno 1621 (…) avverto solamente che il
carbone del ginepro bruciato a Natale, che serba la sua virtù magica
per un anno, risponde perfettamente al carbone del ceppo natalizio
provenzale al quale viene attribuita la medesima virtù, e rammento
ancora una volta che l'agrifoglio natalizio inglese ha il medesimo
significato del ginepro.
Che il ceppo natalizio italiano e
francese tenga poi il posto dell'intero albero natalizio degli usi
nordici, lo si può argomentare dal trovare l'uso della Valdichiana
di picchiare sul ceppo per augurio di fecondità, applicarsi in
Germania agli alberi viventi, i quali nella notte di Natale vengono
colpiti, affinché nel nuovo anno che incomincia col Natale possano
riuscire fruttiferi.»
Il grosso ciocco a volte veniva fatto bruciare il giorno di Natale
fino a tutto il giorno seguente, alcune altre fonti riportano la
tradizione di lasciar bruciare il ceppo, ininterrottamente, fino alla
Befana (doveva quindi essere veramente enorme!). In campagna era
relativamente facile procurarsi il Ceppo, in città le cose erano più
complicate, ma si ha notizia del fatto che a Firenze, per esempio,
nei giorni precedenti il Natale si svolgeva il mercato dei ceppi e vi
si trovavano dolci e vari ingredienti per allestirlo (lo si
allestiva, in Toscana, anche con decorazioni colorate, festoni,
fiocchi e pigne colorate... addobbato come l'albero di Natale).
Come già detto, un tempo il ceppo veniva benedetto, ornato, cosparso
di vino, o di grasso, o di burro, e acceso dal capo di casa oppure
dal nato più recente. La sua origine non certo quella di uso
natalizio, ma deriva dal fuoco sacro dei riti del solstizio
d'inverno, in collegamento diretto col sole, simbolo di luce e di
fuoco, e in collegamento con le forze telluriche in quanto oggetto di
natura vegetale, e con il mondo dei morti, perché nella visione
pagana i morti erano simbolicamente legati alla vita vegetale. In
questo, il ceppo ricorda la funzione dell'albero di Natale come
Albero del Mondo.
La tradizione del Ceppo di Natale è naturalmente conosciuta in tutta
Europa. Sarebbe un errore pensare che nel Nord Europa abbiano la
tradizione dell'albero e noi quella del ceppo. Lo “Yule Log”,
come è conosciuto in inglese, è un'usanza pan-europea che alcuni
vogliono far risalire alla tradizione scandinava di tagliare e
bruciare un albero in occasione dello Yule, il solstizio d'inverno:
«Lo
“Yule Log” era in origine un intero albero, che veniva scelto con
cura e portato nella casa con grande cerimonialità. L'estremità più
larga del tronco veniva posta nel cuore delle fiamme mentre il resto
dell'albero sporgeva fuori nella stanza! Il ceppo veniva acceso
ceneri rimaste dal ceppo dell'anno prima che venivano conservate con
cura»
Anche quest'usanza prevedeva di bruciare il ceppo per i “dodici
giorni di Natale” fino all'Epifania.
Nikker
Fonti e approfondimenti:
A. De Gubernatis, Storia
comparata degli usi natalizi in Italia e presso gli altri popoli
indoeuropei
A. D'Apremont, La vera
storia di Babbo Natale
J. Frazer, Il ramo d'oro
Claude Lévi-Strauss, Babbo
Natale giustiziato
Questi libri e siti ovviamente non esauriscono quel che ci sarebbe da
dire sul Natale e sulle sue origini pagane, sono solo le fonti che ho
usato per questa ricerca su un argomento parziale, gli alberi del
Natale. Una bibliografia consigliata per approfondire il Solstizio e
le sue tradizioni a tutto tondo richiederebbe un articolo a parte.
In questo articolo ho parlato delle piante che generalmente compaiono
nelle nostre case a Natale e della loro simbologia, ma per
approfondire le virtù delle singole piante consiglio articoli e
libri specializzati sul tema, a cominciare dall'articolo di questo
blog di settimana scorsa, Magia verde invernale.
Sarò per sempre in debito con il grande dottor Adeleke per aver sistemato il mio matrimonio rotto dopo che mio marito mi ha lasciato per la sua amante per 7 mesi .. la sua email è aoba5019@gmail.com o WhatsApp su +27740386124. Non ho mai creduto agli incantesimi fino a quando il mio amico non me lo ha presentato. All'inizio ero scettico su di lui perché ho sentito molto parlare di falsi lanciatori di incantesimi, ma ho messo i miei dubbi dietro di me perché volevo disperatamente riavere mio marito e ho fatto secondo quello che mi aveva detto di fare. Ora mio marito è tornato solo 48 ore dopo averlo contattato. Vivo di nuovo felicemente con mio marito dopo 6 mesi di divorzio e non mi riposerò finché non sarà conosciuto in tutto il mondo. È anche specializzato in incantesimi con denaro, lotterie, incantesimi di malattia E.T.C. Connettiti con il dottor Adeleke ora, la sua email è aoba5019@gmail.com o WhatsApp su +27740386124 ... È potente
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